Come ho già avuto occasione di scrivere, ho ordinato una Kia eNiro 64kWh e ne attendo a breve la consegna. E' arrivato dunque il momento di preoccuparsi di come ricaricare l'auto a casa. La comodità di un'auto EV è infatti quella di poterla utilizzare come si usa un cellulare: torni a casa la sera, la parcheggi in garage o nel tuo posto auto, attacchi la presa di ricarica e te la dimentichi fino al giorno dopo quando la troverai pronta a ripartire - si lo so che molti il cellulare se lo portano anche a letto, ma con un'auto nel letto si sta un po' stretti :-)
Oltre alla comodità c'è poi da considerare l'aspetto economico, infatti un kWh di ricarica a casa può costare veramente poco, intorno ai 20 centesimi di euro, e considerando che con un kWh la Kia eNiro fa circa 7km, vuol dire che fare 100km ricaricando a casa costa meno di 3 euro (2,86€ per la precisione). Nel mio caso specifico poi, avendo i pannelli fotovoltaici sul tetto, può costare anche molto meno!
Quindi ricaricare l'auto a casa è comodo e conveniente. Vediamo quali opzioni abbiamo e quali costi dobbiamo affrontare per poterlo fare.
Normalmente con tutte le auto EV la casa costruttrice fornisce anche un cavo di ricarica detto "di emergenza" o anche "centellinare" (in inglese "twinkle cable"). In pratica si tratta di un cavo che da una parte ha il connettore Type2 che si collega all'auto e dall'altra ha una presa Schuko maschio, che quindi può essere inserita in qualsiasi presa Schuko (volgarmente detta anche "tedesca") di casa. Un cavo di questo tipo è simile a all'immagine qui sotto.
Normalmente il cavo ha anche un regolatore di carica che permette di impostare un limite alla quantità di corrente utilizzata per caricare l'auto, in modo da evitare di assorbire tutta la potenza disponibile e far "scattare" il contatore.
Ad esempio il regolatore di carica della Kia eNiro permette di impostare la carica a 8, 10 e 12 Ampere, per una potenza di ricarica che possiamo calcolare con la formulina Watt=Ampere x 220Volts, rispettivamente di 1,7kW, 2,2kW e 2,6kW. Queste potenze sono però teoriche in quanto raramente il voltaggio a casa è precisamente pari a 220v, ad esempio a casa mia, dove ho installato un sistema di controllo dei consumi, questo mi indica un voltaggio di circa 230V, quindi in teoria i Watt disponibili per la ricarica sarebbero un po' di più di quelli di targa. Per contro occorre considerare che un po' di potenza si disperde in calore, soprattutto se l'impianto elettrico non è realizzato perfettamente.
Con le potenze di cui abbiamo detto, in una nottata diciamo di 10 ore, considerando il dato medio di 7km a kWh (valido per una Kia eNiro o Soul, ma anche per una Hyunday Kona) potremmo ricaricare dai 120 ai 180 km a seconda della potenza di ricarica impostata, una quantità di km sicuramente compatibile con l'utilizzo quotidiano dell'auto di tanti di noi.
La domanda però sorge spontanea: è prudente ricaricare quotidianamente l'auto con un cavo che viene definito "di emergenza"?
Parlando con diverse persone nei vari forum dedicati alla mobilità elettrica ho scoperto che sono in molti a farlo, ma ovviamente occorre prendere delle precauzioni. In primo luogo occorre verificare che la presa Schuko utilizzata sia installata a regola d'arte e che i cavi che le portano corrente siano in buono stato e della corretta dimensione (sezione di rame di almeno 2,5mmq), altrimenti c'è un rischio molto alto che la presa o i cavi si scaldino e alla lunga possano bruciare e potenzialmente innescare un incendio!
Già il fatto che la presa o i cavi che le portano corrente si scaldino durante la ricarica deve essere considerato un segnale di allarme, infatti il calore sviluppato è in primis energia elettrica che stiamo gettando via, perché si trasforma in calore invece di andare a ricaricare la batteria dell'auto, e inoltre alla lunga questo calore può danneggiare i cavi o la presa e quindi creare un rischio di incendio.
Occorre inoltre evitare nella maniera più assoluta l'utilizzo di ciabatte, prolunghe e adattatori in quanto nessuno di questi accessori è progettato per reggere a carichi intensi per periodi lunghi diverse ore come quelli che caratterizzano la ricarica di un'auto elettrica. Dobbiamo inoltre stare attenti alla pioggia, nel caso in cui la ricarica sia effettuata all'esterno, in quanto questi cavi solitamente non sono in grado di lavorare correttamente se si bagnano troppo.
Concludendo: ricaricare con il cavo centellinare è possibile, non costa niente perché il cavo è solitamente fornito con l'auto, ma occorre un po' di attenzione. In generale non me la sento di consigliare di usare questo metodo su base quotidiana: è molto meglio attrezzare una wallbox.
Una wallbox è in pratica una presa dedicata alla ricarica dell'auto. Una normale wallbox solitamente ha una presa Type2 femmina oppure include direttamente un il cavo di ricarica Type2 da collegare all'auto. Ne esistono di diversi tipi, le più comunemente utilizzate nelle nostre case sono quelle monofase da 3.6 o 7,2 kW. Praticamente tutte sono adatte al montaggio anche in esterni (grado di protezione IP65). Vediamo nell'immagine qui sotto un esempio di wallbox con presa Type2 femmina.
Intanto vediamo perché ci interessano le wallbox monofase: la corrente alternata erogata dai contatori che abbiamo a casa è disponibile in 2 diverse modalità, monofase e trifase. Solitamente il contatore che abbiamo a casa è monofase, mentre nelle aziende spesso troviamo la trifase, che può erogare più potenza ed è utilizzata per alimentare i macchinari industriali. Quindi se vogliamo ricaricare l'auto utilizzando il contratto elettrico di casa ci servirà una wallbox monofase.
E con quale potenza? Ogni contratto di fornitura elettrica solitamente ha una "potenza massima impegnata" che come standard è di 3kW. In pratica se gli apparecchi elettrici accesi nella nostra casa assorbono più di 3kW per più di qualche minuto, il contatore "scatta" e disalimenta la casa. Accade, ad esempio, quando accendiamo le luci di casa, il forno elettrico, la lavatrice e l'asciugacapelli contemporaneamente.
Se avete un contratto standard da 3kW e volete installare una Wallbox da 3,6kW o 7,2kW la prima cosa da fare è contattare il vostro gestore dell'energia (Enel o chi per lui) e aumentare la potenza massima impegnata.
Aumentare la potenza massima impegnata a 4,5kW o 6kW non è un problema e si traduce semplicemente in un aggravio di costi fissi in bolletta. Ogni operatore ha le sue tariffe ma calcolate circa 30 euro all'anno per ogni kW in più rispetto ai 3kW dello standard (questo è quello che mi ha chiesto il mio operatore). Oltre i 6kW invece la cosa si complica infatti, sebbene sia teoricamente possibile arrivare fino a 10kW di massima potenza impegnata in monofase, in realtà occorre una verifica da parte di Enel (indipendentemente da chi è il vostro operatore in quanto Enel gestisce fisicamente il dispacciamento della corrente elettrica) che potrebbe decidere che per potervi portare i kW aggiuntivi è necessario un adeguamento a pagamento del contatore e dei cavi che lo collegano alla rete. Quindi è opportuno che chiediate informazioni al vostro fornitore di energia elettrica prima di acquistare la wallbox.
Se non avete esigenze particolari riguardo alla velocità di ricarica una Wallbox da 3.6kW è sicuramente la soluzione più semplice ed economica. D'altra parte, considerando di nuovo 10 ore di ricarica e 7km per kWh di media avremmo:
A conti fatti una wallbox da 3,6kW probabilmente ben si adatta alle esigenze del quotidiano, e in caso di emergenza, se si dovesse ad esempio ricaricare in fretta l'auto per un lungo viaggio, basta al limite poter raggiungere velocemente una colonnina fast CCS.
Anche nel caso delle wallbox valgono le raccomandazioni di cui sopra: la wallbox deve essere installata da un elettricista qualificato che deve utilizzare i materiali idonei. Consideriamo infatti che già una wallbox da 3,6kW eroga all'auto una corrente di 16 ampere (16Ax220V=3.5kW) che se non viene veicolata su cavi della giusta dimensione rischia di disperdere un sacco di energia in calore inutile e costoso - senza contare il rischio di incendio. Data la quantità di ore in cui l'auto sta in ricarica e impegna potenza, il consiglio è quello di sovradimensionare i cavi di allaccio della Wallbox, ad esempio utilizzando cavi di sezione di 4mmq o più, invece di quelli da 2.5mmq solitamente ritenuti idonei per veicolare 16 ampere, ma in ogni caso eseguire l'installazione ad un tecnico qualificato.
Una wallbox standard di quelle di cui abbiamo parlato, può costare dai 400 ai 900 euro circa, ai quali dobbiamo aggiungere il lavoro di un elettricista qualificato per l'installazione il cui costo dipende da quanto è semplice portare i cavi dal contatore fino al punto dove vogliamo installare la wallbox stessa ed eventualmente se occorre aggiungere oppure no altro materiale, ad esempio un interruttore differenziale (cosiddetto "salvavita") per proteggere la linea della wallbox. Possiamo quindi stimare, indicativamente, una spesa complessiva tra 600 e 1200 euro.
Per i più fortunati che hanno a disposizione un impianto fotovoltaico, una opzione che garantisce il massimo risparmio è quella di utilizzare l'energia generata dal sole per ricaricare l'auto.
Ovviamente, a meno che non si possegga un impianto con accumulo, la condizione necessaria è quella di poter ricaricare di giorno quando l'impianto fotovoltaico produce elettricità. Qui ovviamente dipende dai casi personali: è ovvio che chi il giorno lavora fuori casa difficilmente potrà ricaricare con il fotovoltaico a meno che non sia possibile concentrare la ricarica ad esempio al sabato o alla domenica. Ad esempio nel mio caso io ho un impianto fotovoltaico senza accumulo, il giorno vado in ufficio e il sabato e la domenica spero di poter usare l'auto per andare in giro e non per tenerla collegata alla ricarica: mi accontenterò dunque di risparmiare grazie allo scambio sul posto (cioè grazie al controvalore che il GSE riconosce per la corrente elettrica prodotta ma non immediatamente consumata). Ovviamente però ognuno è libero di organizzarsi come meglio crede e più gli conviene.
In ogni caso, sia con il cavo centellinare che con una normale wallbox è possibile sfruttare la produzione del fotovoltaico, basta banalmente mettere l'auto in carica mentre c'è il sole!
Esistono però delle wallbox intelligenti che possono regolare la corrente di ricarica in funzione della produzione del pannello fotovoltaico in modo quindi da sfruttare il più possibile il sole quando è disponibile, senza doversi preoccupare di gestire la ricarica manualmente.
Queste wallbox solitamente hanno due sensori che vanno collegati all'impianto fotovoltaico e al contatore e che misurano non solo la produzione ma anche il consumo del resto della casa in modo da rendere disponibile all'auto l'energia non utilizzata da altre apparecchiature in casa. Queste wallbox riescono quindi anche a risolvere il dilemma dei 3,6kW o 7,2kW in quanto, regolandosi da sole possono andare a caricare l'auto con tutta la potenza disponibile senza rischiare di far scattare il contatore.
Queste wallbox devono necessariamente essere installate e configurate da personale qualificato, hanno un costo ovviamente più alto di una normale wallbox, ma riescono ad unire la necessità della ricarica veloce con la comodità di non doversi preoccupare di gestire i carichi sulla rete elettrica.
Le wallbox intelligenti costano sensibilmente di più di quelle standard, in un range tra 750 e 1000 euro per i modelli monofase. Una delle più conosciute è la famosa Zappi ma ce ne sono anche altre. In ogni caso nel costo occorre calcolare il lavoro dell'installatore che sarà un po' più impegnativo perché dovrà comprendere anche l'installazione del sistema di monitoraggio che attraverso delle sonde amperometriche andrà a misurare in tempo reale la produzione del fotovoltaico e il consumo al contatore. Complessivamente per l'acquisto e l'installazione di una wallbox smart si possono superare anche i 1600 euro, ma certo la flessibilità che garantiscono questi sistemi di ricarica evoluti non ha paragone.
Abbiamo fatto una breve panoramica sulle possibilità di ricarica di un'auto EV a casa propria e spero che adesso abbiate le idee più chiare su quello che vi può servire. Non abbiamo però esaurito tutte le possibilità: infatti se si ha l'assoluta esigenza di caricare più velocemente rispetto ai 7,6kW monofase, possiamo pensare di richiedere una fornitura elettrica trifase da 12kW di potenza impegnata, e installare una walbox trifase. E' un'alternativa certamente costosa ma garantisce sicuramente di poter ricaricare una batteria anche abbastanza capiente in poche ore - ad esempio la batteria della Kia eNiro con OBC da 11kW, collegata ad una wallbox trifase da 11kW può caricarsi da 0 al 100% in circa 6 ore; in termini di km possiamo stimare un range di circa 77km per ogni ora di ricarica.
Inoltre oltre alle wallbox classiche che abbiamo visto qui è oggi possibile acquistare anche delle "wallbox portatili", simili nella forma a dei cavi centellinari ma capaci di regolazioni più fini e potenze maggiori, ma di questo parleremo in un prossimo post.
Buona ricarica a tutti!
Grazie Maurizio per tutti gli ottimi articoli su questo blog! Sto acquistando una e-soul, avevo valutato la e-niro ma poi l'ho scartata per le dimensioni, eccessive per le mie esigenze. Sono capitato qui studiando per la wallbox...
Grazie! Si la Soul è più compatta e ha anche il bagagliaio più capiente. In ogni caso è un'ottima scelta.
Qui indica 7,4kW per la situazione da me ipotizzata... https://ev-database.org/car/1288/Kia-e-Soul-64-kWh#charge-table
Ciao Maurizio, sono sempre io! 😄 La Soul l'ho presa con OBC da 11kW: a quanto ho capito, non avrebbe senso mettere a casa una wallbox monofase da 7,4...perché l'OBC trifase non potrebbe sfruttare più di 3,7kW sulla singola fase? Eppure mi sa che le wallbox
Buongiorno. Grazie per la dettagliata descrizione, non ho ancora trovato nulla di così chiaro. Ho una domanda, anzi più di una. E' consigliabile acquistare un wallbox da 22 kW in previsione delle auto che avranno e alcune già un limite di entrata da 22 o oltre? Le wallbox sono trifase? In tal caso posso farla allacciare in nonofase, è corretto? Grazie
Ci sono wallbox sia monofase che trifase. Le monofase arrivano solo a 7,4kW, oltre quella potenza solitamente sono trifase e ovviamente per poterle installare occorre avere il contatore trifase e avere un contratto col fornitore di energia elettrica che garantisca tale impegno di potenza.
Cosa "conviene" fare ovviamente dipende dalla propria situazione personale, che auto si ha, se si ha fotovoltaico o no, se si sta sfruttando il bonus 110%, ecc. Difficile fare una valutazione senza dati specifici. Faccio un esempio: se volessi dotare la mia casa di colonnina a 22kW dovrei cambiare contatore da monofase a trifase e modificare il contratto di fornitura da 4.5kW a 22kW. Mi conviene? Attulamente carico l'auto una volta alla settimana per 10 ore e mi è sufficiente, quindi sicuramente non mi conviene, ma questa è la valutazione che vale per me e la mia situazione specifica, non è detto che valga per altri.
Ovviamente